Diversi organi di stampa hanno pubblicato il 28 agosto scorso il comunicato stampa inviato da alcune associazioni locali preoccupate per il futuro del cimitero acattolico ai Rotoli. Lo riporto qui sotto:
Lettera aperta di associazioni e Cgil alle istituzioni sul progetto del Comune che prevede la realizzazione di 260 nuove sepolture all’interno del cimitero acattolico o “degli Inglesi” di Vergine Maria e l’apertura di un varco di accesso pedonale lungo il muro perimetrale confinante con l’area ex Edilpomice.
Lo firmano l’associazione pro loco ‘Nostra Donna del Rotolo” di Vergine Maria, i Comitati Civici Palermo, la Cgil Palermo e il comitato cittadino “Il Mare di Sferracavallo”.
Nella lettera, rivolta alla soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano, al sindaco Roberto La Galla e all’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta, si chiede la tutela di “un importante complesso storico-monumentale”, “già vincolato con D.A. 5389 del 24/02/1999 secondo il D.Lgs. 42/2004 e sue modifiche e integrazioni ‘Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio’”.
I firmatari della lettera pongono l’accento sull’alto valore storico delle antiche sepolture acattoliche, sulle realizzazioni delle maestranze dell’epoca e sulla compresenza delle vicende biografiche “connesse in un intreccio straordinario di pluralità”.
“Serve una seria riflessione sulla tutela e valorizzazione di un luogo che è o straordinario contenitore di identità e memoria – chiedono Giuseppa Taormina, presidente di “Nostra Donna del Rotolo- Vergine Maria”, Giovanni Moncada presidente dell’associazione Comitati Civici Palermo, il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese e Simone Aiello presidente del comitato Il Mare di Sferracavallo – Non si riesce a comprendere la motivazione per cui si continui a perseguire un progetto che snatura la valenza storico-artistica di un’evidenza culturale che presenta una leggibilità omogenea, filologica e stilistica e che da tempo è osteggiato dalla stessa borgata e dai residenti. L’approvazione di tale progettualità determinerebbe persino la perdita del toponimo acattolico o ‘degli Inglesi’ a fronte di un’emergenza di tumulazione delle bare oramai rientrata, come dichiarato dalla stessa amministrazione comunale”.
“La realizzazione di 260 loculi contemporanei all’interno del cimitero acattolico – aggiungono Taormina, Moncada, Fazzese e Aiello – per altro non risolve certamente l’emergenza cimiteriale di una metropoli come Palermo che avrebbe bisogno di un altro grande cimitero e di luoghi adatti per un’utenza specifica ma fa perdere per sempre l’identità ad un sito che non è semplicemente luogo di sepoltura ma un testimone silenzioso non solo della ricca e complessa storia dei defunti ma anche dell’abilità artistica degli scultori e scalpellini dell’epoca, dello specifico simbolismo che impregnava quel contesto culturale e dei valori etnoantropologici caratteristici di quella tradizione funebre che non andrebbero alterati con incongrue aggiunte di epoca moderna”.
Non posso che condividere le loro preoccupazioni per un luogo così ricco di storia e da preservare, come avviene per il cimitero acattolico di Roma dichiarato già nel 1918 Zona Monumentale d’Interesse Nazionale.

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