Monumento in memoria dei diplomatici stranieri vittime del colera nel 1837

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Di solito, a Palermo, i cittadini stranieri non cattolici venivano sepolti dal 1812 al 1860 nel cimitero di via Simone Gulì, conosciuto sotto il nome di “Cimitero degli Inglesi” e in seguito nel cimitero acattolico ai Rotoli, che fu consacrato il giorno di Pasqua del 1865 dal vescovo di Argyll.

Risulta invece da alcuni documenti dell’archivio Giuseppe Whitaker di Villa Malfitano che anche nel cimitero di Sant’Orsola esisteva un luogo di sepoltura. Questo pezzo di terreno fu ceduto al Governo siciliano in un momento drammatico, l’epidemia di colera che colpì la Sicilia nel 1837.

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Su questo fazzoletto di terra, situato vicino alla chiesa di Santo Spirito, si erge oggi un cippo formato da dei parallelepipedi dal profilo leggermente tronco-piramidale in travertino, chiamato obelisco nell’epigrafe. L’insieme è coronato da una grande croce metallica, mentre uno dei cippi regge un braciere. Sul monumento, che ricorda i diplomatici delle ambasciate americana, francese, inglese, svizzera e tedesca uccisi dal colera nel 1837, è affissa una lapide con l’epigrafe seguente:

IN MEMORIA / DEI DIPLOMATICI / DELLE AMBASCIATE / TEDESCA AMERICANA / SVIZZERA FRANCESE / ED INGLESE / VITTIME / DEL COLERA 1837 / I CUI RESTI RIPOSANO / AI PIEDI DI QUESTO OBELISCO / BENJAMIN GARDNER / JOH JACOB HIRZEL / VON ZÜRICK / JULIA HENR PFISTER / GEB ASELMEYER / HERRN HEINR PFISTER / WILLIAM T. VALENTINE / EDWARD RICHARD / JAMES MARCH / RITCHIE / SENES / PASCALIN

Sappiamo poco delle persone sepolte. Benjamin Gardner, originario di Boston, era console americano a Palermo dal 1825. Arrivato molto probabilmente nel 1819 in Sicilia, decise di stabilirsi sull’isola. Non avendo figli, Benjamin Gardner adottò il figlio di sua cognata che prese quindi il suo nome, Edward Eayres Gardner (nato nel 1817 ca.). William Valentine era un commerciante inglese, socio di William Routh.

Bibliografia:
* Beatrice Gozzo Palmigiano, “Il Cimitero degli Inglesi, o meglio degli acattolici, a Sant’Orsola”, in Per n. 36, maggio/agosto 2013 (disponibile qui)

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