Francesco Cocchiara (Palermo XIX-XX secolo)
Lo scultore Francesco Cocchiara resta ancora oggi una figura poco studiata. Non si conoscono né la data di nascita né di morte, ma si sa solo che risiedeva a Palermo, come lo indica lui stesso in un monumento realizzato a Ribera.
Il suo nome viene menzionato dalla rivista Carmen, portavoce dell’omonimo circolo culturale che nel marzo 1888 ha organizzato a Palermo un’esposizione di Belle Arti, alla quale hanno anche partecipato gli scultori Mario Rutelli ed Ettore Ximenes [1]. Cocchiara non ha esposto alla Promotrice di Palermo del maggio 1890, né all’Esposizione Nazionale del 1891-92, ma negli anni precedenti ha presentato un Pirata e un Arabo [2].
A Palermo ha firmato il monumento al pittore Salvatore Lo Forte nella Villa Bonanno e il busto del patriota e medico Enrico Albanese nella villa Garibaldi di Piazza Marina. Nel vestibolo dello scalone d’accesso all’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza, ha realizzato una lapide in memoria di Nicolò Garzilli, mentre per la famiglia Florio ha scolpito il busto di Vincenzo Florio jr (oggi ubicato nella Villa dei Quattro Pizzi). Ha firmato inoltre i busti di due sindaci di Palermo, Girolamo di Martino e Giulio Benso, Duca della Verdura, che si trovano nelle sale di rappresentanza del palazzo di Città. Nel 1910 realizzò inoltre la targa in memoria della battaglia del 27 maggio 1860 sul ponte dell’Ammiraglio, tra i Mille capitanati da Garibaldi e le truppe borboniche. La targa fu apposta “sulla torretta dell’urna d’acqua” e rappresentava “una figura allegorica bellissima [che] regge con la destra un ramo d’alloro quasi a coronare l’epigrafe, e con la sinistra si appoggia ad uno scudo su cui campeggia la figura della Trinacria. Un altro ramo d’alloro trovasi sotto l’epigrafe” [3]. Vi era scritto: Spirito e sguardo strategico / Poesia di secoli e di nomi / a Garibaldi / Segnarono dall’alta Gibilrossa / Questo ponte / cui egli creò gloria / Nell’alba del 27 maggio 1860 / Passando coi Siculi ed i Mille / Vincitore / A cercare l’Italia nel cuore di Palermo.
Sull’isola di Favignana ha firmato la statua di Ignazio Florio (1896) posta davanti al municipio e tre busti collocati nel primo cortile dell’ex-stabilimento Florio: il busto in marmo di Gaetano Caruso (1908), amministratore dei Florio sull’isola delle Egadi, su un piedistallo firmato dall’architetto Filippo La Porta, e i busti in rame di Vincenzo e Ignazio Florio, posti su un basamento e inseriti ciascuno in due grandi nicchie simmetriche, in asse con l’ingresso principale.
Troviamo varie opere sue nei cimiteri del capoluogo, a conferma del fatto che era apprezzato dalla borghesia palermitana. Nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli si possono ancora ammirare il busto di Domenico Viola (con piedistallo di Antonio Zanca), il monumento a Vittoriano Lentini, il busto di A. Bonica (con piedistallo firmato da V. Arcara); nel cimitero dei Cappuccini il busto di Placido Mancuso; nel cimitero di Sant’Orsola il medaglione con il profilo di Joséphine Grossetti all’interno della cappella Grossetti-Ducrot-Durand, la scultura in altorilievo “Supremum vale” della cappella per Ignazio Mirto, il busto di Vincenzo Marcellino, il monumento a Domenico Pandolfo; nel cimitero di Santa Maria di Gesù il busto di Angelo Trapani e il monumento a Girolamo Ardizzone.
Opere commemorative di Cocchiara si trovano anche in altri cimiteri siciliani: a Piazza Armerina firma il busto di Calogero Cascino (1904), a Sciacca quello di A. Tagliavia, marchese di San Giacomo, a Ribera i busti di F. Parlapiano, di G. D’Angelo et di B. Tavormina. Nella chiesa del Carmine a Sambuca, Francesco Cocchiara ha firmato il monumento per il barone C. Oddo con una figura allegorica della Fede.
[1] Eugenio Rizzo, Maria Cristina Sirchia, Scultori Siciliani. XIX e XX secolo, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2009, ad vocem
[2] F. Colnago Muzio, I Corrieri delle Arti, in Lettere e Arti, 24 maggio 1890, p. 295
[3] “La targa al ponte dell’Ammiraglio“, in Natura ed Arte, n. 14, 20 giugno 1910, Milano, Vallardi, p. 127