Nuove informazioni sul cimitero dei briganti

 

cimitero-briganti-1875bis

Avevo già pubblicato questo disegno l’anno scorso. Alcuni lettori mi avevano informato che si trattava probabilmente del ‘cimitero dei decollati’ e della chiesa di Santa Maria del Fiume presso l’Oreto, che erano stati distrutti dall’esondazione del fiume nel 1881, quindi pochi anni dopo la pubblicazione di questo articolo. Sul blog Palermo Nascosta, è possibile leggere la storia di questo luogo e vedere il cippo commemorativo posto all’angolo della piazza.

Per caso ho ritrovato lo stesso disegno ma pubblicato in un altro giornale, The Graphic, il 17 giugno 1875. Faceva parte di una serie sul brigantaggio italiano, e il titolo in quest’occasione era “Among the brigands, VII – A Robbers’ Cemetery” (Tra i briganti, VII – Il cimitero dei ladri). La prima parte dell’articolo è identica a quello di Harper’s Weekly ma poi prosegue e fornisce maggiori dettagli.

L’autore indica che il cimitero si trova sulla riva dell’Oreto. Il gruppo di donne viene indicato come moglie, sorelle, madre e figlie di qualche violatore della legge. Non se ne vanno mai senza lasciare delle monete in delle fenditure speciali ricavate nel muro affinché delle messe siano dette per le anime dei morti. L’edificio nell’angolo ha una cupola rossa, mentre le altre parti sono di colore arancione. Ogni facciata presenta un’immagine di persone nel purgatorio, mentre Dio sopra stende la Sua mano per sollevarli dall’elemento divoratore che li circonda. Su ciascun pilastro vi è un’immagine simile. La guardiola è utilizzata solo per prevenire i disordini quando viene sepolto qualcuno. La messa viene celebrata ogni giorno nella piccola cappella. Curiosamente, l’autore dell’articolo considera che non c’è posto più romantico per essere sepolto.

Poiché questo cimitero non esiste più, è interessante averne un’immagine e una descrizione.

Inoltre, il disegno corrisponde alla descrizione che ne fa Luigi Natoli nel romanzo Braccio di ferro avventure di un carbonaro pubblicato nel 1930:

Ancora oggi quel piccolo cimitero, chiuso da alto muro, coi pochi cipressi vegghianti sulle nude fosse ora dimenticate, desta nell’animo un sentimento di pietà e di raccoglimento, e talvolta anche un brivido di superstizioso terrore. A un angolo, impegnata al muro vi è oggi una piccola piramide, di muratura; allora vi era invece una piramide macabra di teschi umani; teschi di giustiziati, separati empiamente dai corpi, ed esposti a pubblico ammonimento.
Per un cancello si entra nel recinto; dove allora né lapidi, né ricordi eran consentiti; i corpi dei disgraziati che cadevan sotto il rigore estremo della giustizia, vi eran sepolti senza onore di pianto e di cerimonia. […]

Tullio non potè avere l’ultima consolazione di veder seppelliti meno barbaramente i suoi compagni; ma entrò nella chiesetta, piccola e bianca, e stanco e abbattuto dal dolore, si lasciò cadere in ginocchio dinanzi a una sedia. Non c’era nessuno; dalle finestre scendeva una luce smorta, che illuminava foscamente un quadro, nel quale sopra un ampio piatto si vedeva la testa recisa e sanguinante del Battista.

[aggiornato il 26/12/2021]

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