Monumento a Francesco Lo Bianco

Il monumento funerario di Francesco Lo Bianco nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli è formato da un piedistallo sormontato da un busto firmato dallo scultore Benedetto Civiletti. In marmo di Carrara, rappresenta il defunto con uno sguardo intenso e determinato, e con lunghi baffi che quasi raggiungono i folti favoriti attorno al viso. L’uomo porta una camicia con un fiocco al collo e una giacca.

Sul piedistallo, una corona con filari stretti di capsule di papavero (simbolo del sonno eterno) allineate, avvolta da un nastro largo (simile a quella posta sulla tomba Cipollina del 1884, anch’essa del Civiletti), sembra appesa a un chiodo dal quale svolazzano le due parti di un sottile nastro. Il lungo epitaffio è inciso sui quattro lati del monumento, mentre la sepoltura è circondata da una recinzione formata da una catena a punte attaccata a sei candelieri arrugginiti.

Epitaffio:

ALLA MEMORIA / DI FRANCESCO LO BIANCO / CITTADINO INTEGERRIMO / SPOSO E PADRE INCOMPARABILE / SUO FIGLIO GIUSEPPE / INTERPRETE ANCHE DEL VOTO / DELLA VEDOVA E DEGLI ALTRI FIGLIUOLI / A CONFORTO DELL’IMMANE DOLORE / LEVO QUESTO MONUMENTO / VISSE ANNI 55 MORI IL 29 SETT 1885

DAL NOME / DEL SICULO EPICARMO / VOLLE INTITOLATO IL GINNASIO / PERCHE NEL GAUDIO DELLA GIOVINEZZA / GLI ALUNNI APPRENDESSERO / SAPIENZA AMORE E VIRTUTE

LIETO NEL FELICE SUCCESSO / DI AVER DATO A PALERMO / NELL’ANNO MDCCCXLIX / UN LUOGO SACRO AL VERO BENE / DELLA MENTE E DEL CORE / TUTTO VI SI CONSACRO / FINCHE VISSE

NON AMBIZIONE DI LODI / NON DESIDERIO DI LUCRI / LO FECE PADRE DEI GIOVANI / MA L’INDOLE GENEROSA / E L’AMORE ALLA PATRIA CONCULCATA / CHE SPRONA I NOBILI PELLI / A DIFFICILI IMPRESE

Francesco Lo Bianco è nato a Palermo l’11 marzo 1830 da Giuseppe Lo Bianco e Teresa Ingrassia. Come viene ricordato nell’epitaffio, fondò nel capoluogo siciliano nel 1849, a soli 19 anni, l’istituto Epicarmo, in onore del poeta greco vissuto nel V secolo a. C. a Siracusa e considerato il principale rappresentante della commedia dorica siciliana. Si trattava di “pochi ragazzi riuniti in una casetta sotto la sorveglianza di Francesco Lo Bianco, da cui venivano istruiti nei primi elementi delle lettere” e “in poco tempo, prosperando, divenne uno de’ migliori di Palermo” [1]. La monografia pubblicata dal municipio di Palermo in occasione del VII Congresso pedagogico nel 1870 descrive in dettaglio l’istituto diventato convitto. L’anno dopo la fondazione, gli allievi erano già 30 e nel corso degli anni continuarono ad aumentare fino a raggiungere nel 1867-68 ben 222 unità. La scuola fu trasferita per motivi di spazio nel palazzo Oneto in via Bandiera, e ciò permise di aprire perfino un piccolo teatro. Gli allievi erano suddivisi in tre categorie: pensionisti, semi-pensionisti ed esterni. I corsi erano tre: corso elementare di tre classi, corso di ginnasio di quattro classi e un corso tecnico di 2 classi. Dai numeri relativi all’anno scolastico 1869-1870, sappiamo che la maggior parte erano esterni. L’insegnamento era molto articolato e comprendeva il francese, il greco, la storia e la geografia, le scienze naturali, la calligrafia, il disegno di figura, l’ornato, la musica, mentre non mancavano nemmeno le attività sportive con scherma, ginnastica e danza. Francesco Lo Bianco morì il 29 settembre 1885 all’età di 55 anni.

Pubblicità par L’Epicarmo nella Guida di Sicilia storica-artistica-commerciale, Niccolò Giannotta editore, Catania 1885 | ©University of Illinois at Urbana-Champaign

L’istituto continuò a esistere sotto la guida di suo figlio Giuseppe, che prese in affitto nel 1892 alcuni locali di palazzo Monteleone, poco distante dalla vecchia sede, dal principe Giuseppe Pignatelli Aragona Cortes, duca di Terranova [2].

Il Palazzo Monteleone sulla mappa del centro urbano di Palermo, quartiere di S. Oliva, del Catasto Borbonico nell’archivio cartografico Mortillaro di Villarena (1837-1853) | ©CRicd

Il palazzo Monteleone fu demolito nel 1925 ma ancora oggi la via Epicarmo, una traversa di via Roma che costeggia le Poste Centrali, ricorda l’istituto fondato da Francesco Lo Bianco, anche se forse pochi lo sanno.

[1] Della istruzione popolare in Palermo dalla seconda metà del secolo XVIII al 1870, monografia pubblicata dal municipio di Palermo in occasione del VII Congresso pedagogico, Palermo, Off. Tipografico di Benedetto Lima, 1870, pp. 81-84

[2] Adriana Chirco, Del palazzo che c’era, non ci fu e non c’è più (seconda puntata), in PER, n. 30, maggio-agosto 2011, p. 10

Ubicazione: Viale situato tra viale della SS Trinità e viale della Trasfigurazione nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli

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