Il monumento commemorativo ai caduti del 1848 e del 1860

In fondo al viale principale del cimitero di Sant’Orsola, sulla piazza antistante la chiesa di Santo Spirito si erge un monumento commemorativo ai caduti del 1848 e del 1860, eretto su progetto dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda nel 1885.

Un disegno pubblicato su una rivista, di cui purtroppo non conosco né il nome né la data esatta di pubblicazione poiché il foglio è stato ritagliato, mostra il progetto originale e lascia intendere che Antonio Zanca, all’epoca collaboratore di Almeyda, possa aver partecipato alla progettazione, poiché il disegno reca la sua firma.

Il progetto mostra una colonna dorica eretta su un basamento a quattro gradoni e sormontata da un braciere. Vi si può leggere l’iscrizione “AI CADVTI / PVGNALATORI PER LA LIBERTÀ / IL MVNICIPIO PALERMITANO / A 27 MAGGIO 1885 / POSE”.

Il frammento dell’articolo riporta:

“La commemorazione del venticinquesimo anniversario della data memorabile, 25 maggio 1860, in cui il prode Duce dei Mille entrava in Palermo, scacciandone i Borboni, celebratasi con splendidissimo risultato in quella città, ebbe anche la sua manifestazione artistica.

Fu gentile pensiero dell’Amministrazione comunale erigere in questa occasione un monumento alla memoria dei prodi che perdettero la vita nelle giornate memorabili del 1848 e del 1860.

Mancava appena un mese al giorno dell’anniversario; pareva quindi impossibile in tale spazio di tempo progettare ed eseguire un monumento degno di quei prodi e della nobile città. […] Siamo lieti di darne qui una fotoincisione tratta da un disegno accuratissimo dell’egregio collaboratore signor Zanca.”

Purtroppo il foglio essendo tagliato, manca la descrizione del monumento. Di questo progetto, sono stati pubblicati altri due disegni, il primo nel saggio di Paola Barbera, I monumenti ai caduti in Sicilia: tra Risorgimento, grande guerra e fascismo[1]. In questo caso, il braciere è diverso perché i piedi sono sostituiti da figure umane. Mentre l’urna resta identica, l’epigrafe invece è modificata e riporta “AI CADVTI / NELLE PVGNE DELLA LIBERTÀ / QUI SEPOLTI / 1848 – 1860 / I CONCITTADINI POSERO 1885”.

Lo stesso monumento nella sua forma definitiva è riproposto nella “Tav. 13 – Colonna monumentale e cippi sepolcrali – prospetti” del volume Scuola italiana di Architettura Civile[2] di Almeyda. Nella tavola, la colonna è affiancata da un lato dal cippo per Ernesto Perez e dall’altro dal cippo per Paolo Morello. Sullo sfondo, due alti cipressi. Unica differenza, l’assenza di fiamma per il braciere.

Su una foto di F. Pelos, risalente al 1890 ca. (e non al 1880 ca. come erroneamente scritto nella scheda), appartenente alle Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), si può vedere il viale S. Orsola con in fondo la colonna, come si può anche vedere su una foto anteriore al 1905 fatta da John L. Stoodard[3] (qui sotto, con a destra la cappella Donato). Si può notare che il braciere del progetto è stato sostituito da una croce.

Nel 1938 la croce è stata a sua volta sostituita da una statua del Cristo Risorto con le braccia aperte, realizzata dallo scultore Cosmo Sorgi[4], mentre la scritta “IO SONO / LA RESURREZIONE E LA VITA” campeggia su tutta l’altezza della colonna. La statua, alta 3 metri, fu inaugurata l’1 novembre 1938.

Il monumento è circondato da due urne e da tre cippi in calcarenite. La prima urna, di fronte al viale principale, reca l’epigrafe seguente, incisa su una lastra in marmo di Carrara: “QUI / DEI PRODI / CHE S’IMMOLARONO NEL 1848 – 1860 / RIPOSANO / LE OSSA”. In corrispondenza, sul lato opposto, un’urna identica reca l’epigrafe “AI CADVTI / PVGNANDO PER LA LIBERTÀ / IL MVNICIPIO PALERMITANO / A 27 MAGGIO 1885 / POSE”. Dei tre cippi, due hanno un’epigrafe direttamente incisa nella calcarenite e sormontata da una croce greca, “LE 13 VITTIME / 14 APRILE 1860” e “FRANCESCO RISO / APRILE 1860”, mentre la terza non reca nessuna iscrizione.

La prima rende quindi omaggio ai 13 patrioti giustiziati il 14 aprile 1860 dopo il fallimento della rivolta della Gancia;  a loro è anche dedicata l’omonima “piazza XII vittime” nel capoluogo siciliano. Francesco Riso, il cui padre era uno delle “13 vittime”, diresse la rivolta della Guancia nella quale rimase ferito. Catturato, accusato di tradimento, morì in ospedale il 1° maggio 1860.

Ai quattro angoli, quattro acroteri riccamente scolpiti.

[1] Paola Barbera, “I monumenti ai caduti in Sicilia: tra Risorgimento, grande guerra e fascismo”, in AA. VV., L’architettura della memoria in Italia. Cimiteri, monumenti e città, 1750-1939, Skira, 2007, p. 335

[2] Adelaide Alagna e Carmelo Lo Curto (a cura di), Giuseppe Damiani Almeyda, 1834-1911: architettura e ornamento: quaranta disegni e acquerelli inediti dell’archivio Damiani, 31 gennaio 2011, Liceo Artistico Statale Giuseppe Damiani Almeyda, Palermo: catalogo della mostra, La Tipolitografica, Palermo 2011, p. 33 [disegno del prospetto]

[3] John L. Stoodard’s Lectures. Sicily. Genoa. A drive through the Engadine, London, 1905, p. 87

[4] Antonina Greco Di Bianca, Cosmo Sorgi uomo e artista, S.F. Flaccovio Editore, Palermo 1983, pp. 106, 109 e 122

Ubicazione: piazzale del Vespro, davanti alla chiesa di Santo Spirito nel cimitero di Sant’Orsola

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