Cappella Salamone

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La cappella per le sorelle Francesca e Anna Salamone è stata realizzata nel 1893 dagli scultori Vincenzo La Parola e Benedetto Civiletti (1845-1899). Possiamo notare alcune differenze tra il disegno[1] del progetto e l’opera realizzata: sopra la porta d’ingresso era previsto un crocefisso, poi sostituito in fase de realizzazione con il viso di Gesù Cristo in una conchiglia quadrilobata in marmo di Carrara.

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Inoltre, mentre due vasi erano previsti su due piedistalli ai lati dell’ingresso, non sono presenti ma sul piedistallo di destra si trova la statua di una donna inginocchiata con le mani giunte, in preghiera, opera di Benedetto Civiletti.

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Ai piedi della grande scala dell’Istituto dei Ciechi a Palermo, all’interno di una nicchia, è presente un modello in gesso di questa statua.

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Modello in gesso della statua di Benedetto Civiletti, presso l’Istituto dei Ciechi – opere riunite Ignazio Florio F. ed A. Salamone a Palermo

Sulla facciata della cappella sono disposti due quadrilobi con una S all’interno e decorazioni floreali. Questi due quadrilobi si ripetono simmetricamente sul retro della cappella, ma questa volta vetrati per dare luce all’interno.

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Sulla lapide posta sulla parete laterale dal Consiglio Provinciale il 17 ottobre 1894 si può leggere:

A FRANCESCA SALAMONE / DA MISTRETTA / DONNA D’ALTE VIRTÙ / CHE / RARO ESEMPIO DI CARITÀ CIVILE / IL SUO RICCO CENSO DESTINAVA / A FONDARE IN PALERMO / L’OSPIZIO DELLE CIECHE / LARGO SOLLIEVO D’INFINITA MISERIA / IL CONSIGLIO PROVINCIALE / DELIBERAVA / A DI XVII OTTOBRE / MDCCCXCIV

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Ritratto di Anna Salamone (a sinistra) e fotografia di Francesca Salamone (a destra), presso l’Istituto dei Ciechi – opere riunite Ignazio Florio F. ed A. Salamone a Palermo

Anna e Francesca Salamone erano due sorelle appartenenti a una famiglia di spicco della borghesia di Mistretta (ME). Anna era cieca e Francesca dispose nel suo testamento “che di tutto il suo di quanto pervenutole dalla sorella Anna, si fondasse in Palermo un Istituto di cieche povere, Asilo, Educatorio, Ospizio italiano cattolico, non interdetto alle cieche di altra patria”, come viene ricordato in una lapide nella grande scala dell’Istituto. Morì nell’ottobre 1894 e poiché qualche anno prima Ignazio Florio aveva fondato a Palermo la Scuola Educatorio ed Ospizio dei Ciechi, fu deciso nel 1898 di costituire un unico Ente Morale che con Regio Decreto di Umberto I dato a Torino il 29 ottobre 1898, fu denominato “Istituto dei Ciechi – opere riunite Ignazio Florio F. ed A. Salamone”, nome che tuttora conserva.

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Vista posteriore del coronamento della cappella

[1] S. Bellante e S. Lo Giudice, Disegni in Luce, Assessorato ai Servizi Cimiteriali della Città di Palermo, s.d. [disegno del prospetto]

Ubicazione: Sezione 48 nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli

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