L’edicola Cricchio nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli si presenta come una cappella funeraria aperta sul fronte principale, coperta da un tamburo sul quale si erge una croce latina ritrinciata, avvolta alla base da foglie d’acanto. Lo spazio antistante all’edicola è delimitato da un recinto in ferro battuto.
Nel timpano è iscritto un angelo a mezzo busto in marmo di Carrara. Con le ali spiegate, tiene nella mano destra una fascia sulla quale è scritto “VIXERUNT VIVENT” (trad. “hanno vissuto, vivono”), testimonianza della fede nella vita eterna.
All’interno dell’edicola, è posto al centro un piccolo sarcofago. È sormontato da una figura femminile seduta con le gambe distese avvolte in un sudario, dai lunghi cappelli ondulati, che poggia le mani e la testa su un’urna cineraria. Sullo sfondo una lastra di marmo, sormontata da due piccole ali, con una Madonna dipinta in un tondo. La scultura, firmata da Francesco Messina, ricorda il monumento funerario di Annetta Turrisi Colonna nella chiesa di San Domenico a Palermo, forse opera di Valerio Villareale.
Sotto di essa, risaltano sullo sfondo grigio due ritratti a mezzo tondo in marmo di Carrara. Si tratta di due uomini, fra cui un sacerdote riconoscibile dall’abito. Ai lati, due busti in marmo di Carrara sono posti su delle colonne lisce in pietra di Billiemi, a sinistra quello di Luigi Cricchio e a destra quello di Francesco Cricchio. Il secondo è vestito da militare, con spalline a frange, e diverse medaglie appuntate sul petto.
All’esterno, due allegorie in marmo di Carrara fiancheggiano la vasta apertura a tutto sesto. La statua di sinistra, l’allegoria della Comunione, è una giovane donna dai lunghi cappelli ondulati. Solleva con la mano sinistra un calice sormontato da un’ostia, mentre nell’altra mano tiene una corona di papaveri. È vestita da un lungo abito con una sovragonna annodata davanti, le cui maniche a palloncino con estremità a pagoda sono chiuse lateralmente da due bottoni.
La statua di destra, l’allegoria della Fede, è una giovane donna vestita in modo identico, ma stavolta tiene una croce e una corona di papaveri nella mano sinistra, mentre porta la mano destra al petto. Entrambi hanno lo stesso atteggiamento di raccoglimento, con la testa leggermente inclinata verso terra, e simboleggiano la fede in Gesù Cristo.
Non è stato possibile leggere le firme sui due busti e le due statue esterne, ma la pubblicazione Disegni in luce[1] indica come scultori Pasquale Civiletti e Francesco Messina, mentre Alfredo Milazzo precisa, nella biografia dedicata a Pasquale Civiletti[2], che le statue all’interno dell’edicola sono di Francesco Messina. Per un altro membro della famiglia Cricchio, Eugenio, Pasquale Civiletti realizzò nel 1895 una tomba monumentale, nello stesso cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
[1] S. Bellante e S. Lo Giudice, Disegni in Luce, Assessorato ai Servizi Cimiteriali della Città di Palermo, s.d.
[2] Giuseppe Cipolla e Alfredo Milazzo, BENEDETTO E PASQUALE CIVILETTI. La scultura a Palermo tra ’800 e ’900: verso una dimensione internazionale, Edizioni Caracol, Palermo 2019, p. 208
Ubicazione: sezione 52 nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli